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La Sicilia del 20 febbraio 2021,
l'intervento del presidente provinciale Francesco Pecora
«Siamo pronti a vaccinare, ma occorre una cabina di regia»
«Per contrastare il diffondersi del contagio da Covid, va trovata e applicata una
definita strategia di vaccinazione. Occorre, altresì, che si proceda nel più breve tempo
possibile con il coinvolgimento dei medici di medicina generale». A parlare è il
presidente provinciale dello Snami, il sindacato nazionale autonomo dei medici italiani,
Francesco Pecora, che punta i riflettori sul ruolo che assumerebbero i medici di famiglia
se coinvolti nella campagna di vaccinazione anti Covid.
In occasione della campagna di vaccinazione anti influenzale e anti pneumococcica «noi
medici di famiglia, comè già noto, abbiamo effettuato oltre 300mila vaccini,
ovvero abbiamo il 95% della popolazione vaccinata di Catania e provincia - afferma il
presidente Pecora - e, adesso, siamo stati ignorati dallAsp e dallassessore
Regionale alla Salute. È la stampa a informarci degli sviluppi. Dal canto nostro, siamo
disposti a vaccinare, ma non nei nostri studi perché loperazione risulterebbe
pericolosa tanto per i medici quanto per i pazienti. Come Snami ribadiamo la necessità
che ci sia fretta di vaccinare la popolazione, che ci sia un congruo finanziamento, che
vengano coinvolte molteplici figure sanitarie e che le vaccinazioni vengano effettuate in
centri vaccinali organizzati nella componente amministrativa e segretariale,
infermieristica e medica allargata a tutti i comparti».

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Secondo la dirigenza dello Snami, che ricordiamo rappresenta oltre la metà dei medici di
famiglia della provincia etnea, sarebbe opportuno creare appositi hub, utilizzare cinema,
palestre e palazzetti dello sport. La popolazione target è così ampia da rendere
praticamente impossibile eseguire le vaccinazioni negli studi dei medici di medicina
generale. È altresì irrazionale pensare che i medici nel tempo che normalmente dedicano
allattività clinica e di studio in genere, possano mettersi a prenotare le
vaccinazioni, stampare consensi e farli firmare ed altre amenità burocratiche.
«È vergognoso che non siano stati presi in considerazione - prosegue il dott. Pecora -
gli ospedali dismessi presenti nella provincia etnea, come il Santa Marta, il Santo
Bambino e il Vittorio Emanuele, ad oggi oggetto di sterili discussioni. Per ottenere
risultati occorre che tutti i medici siano coinvolti, vaccinando 24 ore su 24 e sette
giorni su sette, anche quelli che, in piena pandemia, per paura del Covid
hanno chiuso lambulatorio. La disponibilità dei medici di famiglia è
indispensabile, ma la dirigenza politica regionale e le Asp dovrebbero ponderare ogni
situazione, mettendoci a disposizione personale e luoghi idonei a supporto».
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